Sono pensionati di ceti medio-alti che acquistano senza difficoltà
Anziani e e-commerce, un mondo in continua evoluzione. Soprattutto per la farmaceutica, come confermano i dati del settore: tra i consumatori che si rivolgono ad eFarma - una delle principali farmacie online in Italia - il 10% ha più di 65 anni e il 20% più di 55. Sono, in misura prevalente, "pensionati appartenenti ai ceti medio-alti, che comprano on line prodotti o presidi da cronicità". Tuttavia qualche difficoltà resta, in particolare al momento del pagamento, ma mai nulla d'insormontabile. Non sarebbe poi il prezzo la ragione esclusiva che conduce all’acquisto. Alle tariffe s’aggiungono la comodità di ricevere a casa il prodotto e l’appagamento generato dall’immediato raffronto delle caratteristiche degli articoli.
In Italia sono più di 700 le farmacie online autorizzate alla vendita di farmaci senza obbligo di prescrizione, (medicinali da banco, integratori, ecc.) infatti negli ultimi anni la crescita di questo mercato è esponenziale mettendo a segno un +17% nel 2017, con un giro di affari che arriva ad appena 96 milioni di euro, con una previsione di 160 milioni di euro per il 2018.
Volendo allargare la platea la ricerca condotta da Nielsen, che ha visto il coinvolgimento di 60 Paesi, dimostra che ben il 9% di quanti hanno almeno 65 anni compra online, percentuale che sale a 17 quando vengono considerati i consumatori tra i 50 e i 64 anni. Numeri in linea con quelli che descrivono il nostro panorama nazionale. In questo caso a venirci in aiuto è uno studio realizzato da Netcomm, consorzio italiano che raccoglie oltre 300 imprese operanti nell’e-commerce.
Il report rileva che l’8% degli acquirenti online italiani è rappresentato da persone di almeno 65 anni. È quasi il doppio (14%) la percentuale che riguarda chi ha un’età inclusa tra i 55 e i 64 anni. Netcomm fornisce anche dettagli circa la frequenza d’acquisto. Nel pubblico dei 65enni, il 6% fa shopping online in modo abituale. Arriviamo al 9% se viene presa in esame la platea 55-64 anni.
In questi giorni la pratica per renderlo rimborsabile e quindi utilizzabile negli ospedali è sotto la lente dell’Agenzia del Farmaco. L’iter è lungo, ma secondo gli esperti il via libera sarà a luglio
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